Tanto poco conosciuto, quanto diffuso. Il polietilene è il polimero plastico più utilizzato. Nelle sue diverse declinazioni, rappresenta quasi il 30% di tutta la plastica richiesta in Europa. Secondo il report Plastics – the Facts 2020, documento realizzato dall’associazione dei produttori di plastica Plastic Europe, sono poco meno di 15 milioni le tonnellate di polietilene che sono state richieste nel 2019. Ben al di sopra dei 10 milioni di tonnellate di polipropilene e dei 5 milioni di PVC. Il polietilene a bassa densità (LD e LLD PE), che rappresenta il 17,4% della richiesta europea di polimeri plastici, viene utilizzato prevalentemente per la creazione di borse riutilizzabili, vassoi e contenitori, film  utilizzati in agricoltura e imballi alimentari; quello a media ed elevata densità (MD e HD PE è il 12,4% del mercato) è impiegato invece, ad esempio, nella produzione di giocattoli, bottiglie per prodotti alimentari e per la cosmesi, nonché casalinghi. Si tratta quindi di una materia con caratteristiche molto differenti, ma che trova grande impiego negli oggetti di uso quotidiano e nell’industria.

Questa grande diffusione porta l’attenzione sulla necessità di saper riconoscere gli oggetti in polietilene per gestirli correttamente al momento di buttarli via. Questo polimero plastico è infatti interamente riciclabile: l’importante è che non finisca nel circuito della raccolta indifferenziata, ma possa trovare una “seconda vita” all’interno di un percorso virtuoso di recupero della plastica. Il consorzio Ecopolietilene è impegnato nella gestione corretta dei beni in polietilene a fine vita, per garantire un processo circolare e assicurare a produttori e importatori il rispetto delle norme. Nonché per migliorare l’iter di raccolta e trattamento al fine di creare una filiera di gestione sempre più attenta all’ambiente.