Reti, galleggianti, boe e corde: per il prossimo biennio 2024 – 2025 la raccolta dei rifiuti da attrezzi da pesca contenente plastica dovrà arrivare almeno al 15%. È infatti stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 dicembre 2023 il Decreto 27 ottobre 2023 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) che fornisce la “Definizione del tasso minimo nazionale di raccolta annuale degli attrezzi da pesca dismessi contenenti plastica per il riciclaggio”.
IL TASSO DI RACCOLTA
La norma, che si inserisce nelle azioni dettate per la prevenzione e la riduzione della plastica nell’ambiente, in particolare in quello acquatico, stabilisce che la percentuale minima di raccolta nazionale annua dei rifiuti di attrezzi da pesca contenenti plastica per il riciclaggio, è fissata per i prossimi due anni al 15% in peso degli attrezzi da pesca contenenti plastica immessi sul mercato nazionale durante le singole annualità di riferimento.
I RIFIUTI
Tra i rifiuti di attrezzi da pesca inseriti nel tasso minimo il decreto indica: pezze di rete in filo ritorto spesso e sottolie, attrezzi a base plastica e loro parti, boe, galleggianti e corde. Sono inclusi anche i rifiuti di attrezzi da pesca contenenti plastica e tutti i singoli componenti, sostanze o materiali facenti parte o collegati agli attrezzi da pesca gettati, abbandonati o persi in mare, accidentalmente pescati o raccolti attraverso apposite campagne di pulizia. Con la definizione del tasso minimo, il MASE, applicando il principio di responsabilità estesa del produttore, stabilisce che i rifiuti derivanti da attrezzi da pesca contenenti plastica devono essere gestiti attraverso appositi sistemi.
LA COMUNICAZIONE
I produttori, attraverso i sistemi di gestione in forma individuale o collettiva, devono comunicare all’ISPRA, entro il 30 aprile di ogni anno, i dati relativi agli attrezzi da pesca contenenti plastica immessi sul mercato nell’anno solare precedente. I dati relativi alla raccolta dei rifiuti di attrezzi da pesca, sempre entro il 30 aprile di ogni anno, devono essere comunicati da Sistemi di Gestione, Autorità portuali e marittime, Comuni e Autorità d’ambito, dal 2024 attraverso il Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD).